Carissimi genitori,
il 2020 celebra il quinto anniversario della Laudato Si', firmata il 24 maggio 2015 dal Santo Padre.
L’Enciclica di Papa Francesco sulla cura della nostra casa comune è fonte di ispirazione: ci incoraggia a riflettere sui valori che condividiamo e a creare un futuro più giusto e sostenibile perché mai come in questo momento, abbiamo bisogno di sostare per ridefinire uno stile di vita sostenibile. In questa settimana della Laudato Sì, che inizia il 16 e finirà il 24 maggio, Papa Francesco ci sollecita a chiederci «Che tipo di mondo vogliamo lasciare a quelli che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?». Nell’Enciclica infatti, ha specificato che tale domanda riguarda non solo l’ambiente in modo isolato, ma in generale il senso dell’esistenza e i valori che stanno alla base della vita sociale, perché tutto, è “dono del nostro buon Dio creatore” e ognuno di noi è chiamato ad intervenire per salvaguardare ciò che ci è stato affidato, con gesti consapevoli di cura.
«Per quale fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo? Perché questa terra ha bisogno di noi?»: se non ci poniamo queste domande di fondo – dice il Pontefice – «non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti».
Tutti noi uomini e donne, padri, madri ci stiamo interrogando sul futuro dei nostri figli; su questa terra stiamo camminando tutti, abbiamo i calzari sporchi di polvere: dove siamo diretti? Tutti siamo chiamati a confortarci a vicenda, non possiamo andare avanti per conto proprio, dobbiamo fermarci e come ci suggerisce Papa Francesco tornare alle cose semplici e importanti della vita. In questa settimana con i nostri figli possiamo creare una piccola chiesa domestica tra le mura di casa. Un piccolo spazio dove sostare per pregare, un piccolo spazio creato assieme ai nostri bambini e bambine con segni semplici: una candela, il libro della Parola, il Crocifisso e un piccolo vaso di terra e ogni giorno portare nel piccolo spazio la nostra quotidianità. É il luogo dove la famiglia si riunisce in preghiera e per poter vivere questo momento in modo profondo e intimo, bisogna prepararsi: ci distacchiamo dalle distrazioni (spegniamo la televisione e la musica, silenziamo il cellulare, mettiamo in ordine i giochi), ci avviciniamo all'angolo della spiritualità sedendoci vicini e manteniamo un clima il più possibile silenzioso, magari scegliendo di parlare con un tono di voce sottile. Prima del segno di croce possiamo scaldare le mani e portarle sul cuore, il luogo privilegiato dove dimora in noi Gesù.
È il tempo e lo spazio che doniamo reciprocamente in famiglia, per incontrare i pensieri, le gioie, le gratitudini, le preoccupazioni e le scuse del nostro vivere quotidiano e affidarle a Dio Padre. Un quotidiano che può essere fatto di gesti semplici che condividiamo con i nostri figli. Gesti che parlano di cura e protezione della nostra madre terra.
Ora, questa terra, maltrattata e saccheggiata si lamenta e i suoi gemiti si uniscono a quelli di tutti gli abbandonati del mondo. Papa Francesco invita ad ascoltarli, sollecitando tutti e ciascuno singoli, famiglie, collettività locali, nazioni e comunità internazionale – a una «conversione ecologica», secondo l’espressione di san Giovanni Paolo II, cioè a «cambiare rotta», assumendo la bellezza e la responsabilità di un impegno per la «cura della casa comune».
Una responsabilità civile che viene chiesta a tutti noi, poiché nessuno si salva da solo ma insieme con un atteggiamento di corresponsabilità, fatto di piccoli gesti che salvaguardano il valore del creato.
Il Papa riconosce un metodo di lavoro rispetto all’approccio globale che possa partire da questa consapevolezza: solo grazie ad una autentica osservazione che mi permette di fare uno studio della realtà, con una conoscenza profonda, solo dopo queste letture posso giudicare, avere uno sguardo critico di ciò che va bandito, evitato, eliminato ma anche ciò che posso tenere e migliorare. Alla luce di ciò che è bene per la salvaguardia del creato, posso attivare gesti di riconoscenza e contemplazione per le meraviglie che Dio ci ha dato, mettendo questo ringraziamento nella celebrazione.
Anche noi scuole cattoliche vorremmo fermarci e proporre ai bimbi semplici azioni di CURA, gesti che sostengono il pensiero di vivere ogni azione della giornata: dallo svegliarsi del mattino, al lavarsi, uscire per strada, nella consapevolezza che tutto quello che abbiamo e usiamo ci è stato donato da Qualcuno e va rispettato, va amato, protetto.
In questo periodo ognuno di noi ha assaporato la gioia di poter tornare a camminare in un bosco, correre in un prato, abbracciare un albero, toccare la terra, seminare, camminare a piedi nudi sulla sabbia, sentire il profumo della terra bagnata... lanciare sassi nel fiume. Mai come oggi siamo consapevoli delle nostre responsabilità verso quello che ci circonda.
«L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti».
I bambini e le bambine del mondo hanno occhi limpidi e hanno la capacità di osservare e giudicare la vera essenza delle cose, compito di noi adulti in questa settimana è trasmettere uno stile di vita consapevole, un azione, un pensiero concreto che sostiene la riflessione che insieme come famiglia possiamo pensare di compiere davanti al nostro spazio di chiesa domestica. Un ringraziamento al Padre, il nostro offrire una scelta di vita consapevole, un gesto che sostiene la nostra riflessione e trasforma il gesto concreto in pensiero operativo.
All’essere umano spetta la responsabilità di “coltivare e custodire” il giardino del mondo. Compito non semplice ma nel nostro agire abbiamo una grande alleata: Maria, Madre dell’umanità. Madre che accompagna, sostiene, protegge, i suoi figli. Il 24 maggio è la festa di Maria Ausiliatrice in quella giornata nel celebrare la settimana della Laudato Sì affidiamoci a Lei.
Nella settimana Laudato Sì le comunità sono invitate a fare il prossimo passo nel proprio cammino verso la cura del creato. Insieme possiamo aiutare e sostenere il progetto di Dio.
Questo atteggiamento di speranza, apre ad uno sguardo ottimista verso l’altro, in un percorso scandito da tempi lenti, distesi e indefiniti nel rispetto del singolo, dell’umanità, del mondo. La famiglia come culla di pensieri, lettura di problemi, idee innovative e azioni buone; azioni che spingono ad un approccio diverso al futuro, capaci di seminare piccoli gesti sensibili verso l’ambiente e verso gli altri, in una continua interazione portando “a depositare” questo buon modello relazionale nella personalità del bambino, scoprendo che tutti gli esseri creati hanno bisogno gli uni degli altri.
Il Coordinamento Pedagogico Provinciale FISM Reggio Emilia